Arlate (fraz.Calco)-Vaprio d'Adda

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TAPPA 8 - DA ARLATE (di CALCO) A VAPRIO D'ADDA

Partenza:

Arlate (Frazione di Calco)

Arrivo:

Vaprio d’Adda

Distanza:

23,3 Km

Si percorre la “ciclabile fiume Adda” sponda destra attraversando diverse località (Imbersago, Robbiate, Cornate Paderno, Trezzo sull’Adda , Concesa che è frazione di Trezzo) fino a Vaprio d’Adda. A Vaprio d’Adda si giunge lungo la ciclo-pedonale che corre tra Naviglio e Adda.

Giunti alle prime case del paese si prosegue dritto lungo l’alzaia (lasciando il ponte dell’Adda verso Canonica a sinistra) continuando a costeggiare il naviglio della Martesana. Si raggiunge la Casa del Custode delle Acque attraversando la Martesana passando un ponticello. Qui, se l’ora lo permette, trovate subito a sinistra, l’ingresso a un bel parco pubblico che attraverserete (percorrendo anche qualche gradino per risalire dalla sponda destra del Naviglio) giungendo in Via Don Moletta. Qui si svolta a sinistra e dopo un centinaio di metri sulla sinistra troverete la Chiesa di San Colombano. Se il parco fosse chiuso, in alternativa, percorrerete la via Sant’Antonio che sale verso il paese. La percorrerete in leggera salita fino all’incrocio con Via Magenta. Qui svoltate a destra percorrendo ancora Via Sant’Antonio fino a giungere nella centrale Piazza Cavour. Svoltate a sinistra e all’uscita della piazza girate a destra e poi subito a sinistra imboccando Via Matteotti. La via termina in Piazza della Chiesa (Chiesa Parrocchiale S. Nicolo’). Qui si svolta a sinistra imboccando Via Natale Perego. Dopo una cinquantina di metri trovate un piccolo incrocio e prendete sulla sinistra Via Don Moletta. Dopo un centinaio di metri trovate sulla sinistra la Chiesa di San Colombano. La tappa termina alla Chiesa di San Colombano che è ben segnalata a partire dalla Casa del Custode delle Acque storica antica costruzione ora sede dell’Ecomuseo Adda di Leonardo e della locale ProLoco.

B&B La Finestra sul Fiume
Via Pizzagalli, 26
Cell.: 3357011121
www.lafinestrasulfiume.it

B&B Mirna
Via Motta, 5
Cell.: 3477710711
 
Country Hotel Castelbarco 
Via Concesa snc
Tel. 0290988404 
www.countryhotelcastelbarco.it
 
Casa Vacanza “Al nido delle Rondini”
Piazza Cavour, 30
tel: 331 9463366 – 331 2042496
sito web

Info Point Turistico Pro Loco
Casa del Custode delle Acque
Via Alzaia Sud 20069 Vaprio d’Adda
Da aprile a ottobre dalle 11,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00
mail: prolocovaprioadda@pec.it-  info@prolocovaprio.it – presidente@prolocovaprio.it – informatori.turistici@prolocovaprio.it

Associazione Amici del Cammino di San Colombano
mail: acsancolombanovaprio@gmail.com

Al Baretto des Amis
Via Moletta, 14
di fronte alla Chiesa di San Colombano
aperto da lunedì al sabato

Potresti iniziare il tuo tour del posto dal Santuario della Madonna del Bosco, oggetto di diversi pellegrinaggi da parte di Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro Papa Giovanni XXIII). Una statua in bronzo che ritrae proprio Papa Roncalli si trova in cima alla Scala Santa (se vuoi percorrerla tutta, preparati a salire 349 gradini).

Costruito intorno alla metà del XVII secolo, è affiancato da un campanile risalente all’Ottocento che in cima presenta una statua della Madonna in bronzo dorato. Il santuario, inoltre, custodisce la camera del Beato Cardinal Ildefonso Schuster.

Per raggiungere il santuario percorrendo tutta la scalinata, devi andare in via Lecco, di fronte al civico 6: qui trovi anche un parcheggio per lasciare l’auto. Se, invece, vuoi arrivare direttamente in macchina, devi andare in via Madonna del Bosco puoi imboccare via dei Caduti, la strada che ti porta in piazza San Marcellino 1: qui sorge la Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro. Di origine seicentesca, fu riprogettata in stile neoclassico da Luigi Canonica (il “papà” del Foro Buonaparte e dell’Arena di Milano), all’epoca appena venticinquenne: l’edificio si caratterizza per una struttura a singola navata con due cappelle sui lati.

Di fronte a te vedi il cosiddetto Tombone, cappella che conserva le ossa delle vittime della peste: lasciatelo sulla sinistra e prendi via Lamperti fino ad arrivare all’Edicola di San Marcellino, risalente al XVII secolo. Il santo è raffigurato con la palma del martirio da una parte e il libro sacro aperto dall’altra

Sulla destra c’è un sentiero che ti conduce alla Torre Lamperti (o Torre Bellavista). Contraddistinta da una merlatura di fattura ghibellina, fu realizzata nel Trecento: grazie alla sua ubicazione strategica, in passato consentiva di controllare il territorio al di là del fiume Adda e il Meratese. Meritano di essere notati lo stemma gentilizio in pietra e le bifore che ne ingentiliscono la forma massiccia.

Se dal Tombone, invece di imboccare via Lamperti, scendi lungo via San Marcellino, puoi imboccare via Brianza, e da qui proseguire in via Copernico:  così avrai l’occasione di scoprire Villa Orsini Colonna, nota anche come Villa Mombello, situata all’interno di un parco di circa 28 ettari dove vive anche un branco di cervi. Per raggiungerla percorri tutta via Copernico: l’ingresso è subito prima del cartello che segnala il confine di Merate, sulla sinistra.

L’edificio, costruito nel XVII secolo con pianta a ferro di cavallo, include anche una cappella e una villa minore. Una scenografica scalinata a due braccia conduce verso il labirinto del giardino e il roseto.

Se ti dirigi nella zona del borgo antico di Imbersago puoi osservare la Chiesa di San Paolo, in piazza Garibaldi. Si tratta dell’edificio religioso più antico del paese, citato già nel Duecento; contraddistinto da una sola navata, accoglie al proprio interno vari dipinti secenteschi.

Anche il resto di piazza Garibaldi è una location da esplorare se sei curioso di sapere che cosa vedere a Imbersago. Essa accoglie una fontana, il Monumento ai Caduti e una torre che in passato veniva usata come vedetta. Se sei fortunato, potresti capitare qui proprio nel giorno in cui ci sono le bancarelle del mercatino dell’antiquariato (ogni terza domenica del mese da marzo a novembre).

Sulla piazza si affaccia Villa Albini, dimora storica in cui pernottarono Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini nel 1848 in ritirata dalla battaglia di Custoza: c’è anche una lapide in marmo che ricorda l’evento.

Dalla piazza puoi imboccare via Cantù:  sulla tua sinistra, al civico 21 trovi l’ingresso di Villa Castelbarco Pindemonte Rezzonico, il cui fabbricato originario risale alla seconda metà del XVII secolo. Molto suggestiva è la Corte Rustica, rappresentata da quello che un tempo era l’ingresso delle carrozze a cavalli, con tanto di taverna, porticato e cortile.

Nel rione di Garavesa, infine, puoi osservare il lavatoio omonimo, che gli abitanti del posto chiamano semplicemente “fontana”. Realizzato nell’Ottocento, era originariamente composto da sei vasche e circondato da colonne in pietra.

Scegliere che cosa fare a Imbersago per stare a contatto con la natura vuol dire, prima di tutto, salire a bordo del traghetto leonardesco sull’Adda. Esso rappresenta una fedele riproduzione dell’imbarcazione che fu progettata dal genio di Vinci, assicurata a un cavo teso tra le due sponde, che ti permette di attraversare il fiume e arrivare, sulla riva opposta, a Villa d’Adda. Sul traghetto puoi portare la bici, ma anche la moto o la macchina. Se vuoi lasciare l’auto parcheggiata, invece, in via Donatori di Sangue trovi diversi stalli di sosta.

Curiosità: il traghetto leonardesco di Imbersago è apparso anche al cinema. È presente, infatti, nel film di Maurizio Nichetti Ladri di saponette.

Per organizzare una camminata in Lombardia dalle parti di Imbersago, inoltre, puoi servirti dell’itinerario 3 del Parco Adda Nord, che inizia proprio dal punto di partenza del traghetto. Seguendo la strada in salita, all’incrocio con la strada provinciale per Merate l’itinerario ti porta girare a destra, e poi continua ancora a destra per arrivare alla frazione di Arlate di Calco, dove c’è la chiesa romanica dei Santi Colombano e Gottardo.

Il sentiero che parte dal Santuario della Madonna del Bosco, poi, è uno dei migliori posti dove trovare castagne in Brianza.

Da qui puoi raggiungere anche uno dei punti dove arrampicare in Brianza: la falesia Madonna del Trad. Per arrivare, percorri la scala ciottolata della Via Crucis alle spalle del Santuario e subito dopo la prima cappella imbocca la traccia di sentiero verso sinistra. Nel giro di pochi minuti sarai giunto alla base del settore superiore della falesia. La scalata si svolge su una parete di arenaria solida e ben fessurata.

L’ultima risposta all’interrogativo “che cosa vedere a Imbersago?” è offerta dal laghetto di Praela, in via Galileo: un piccolo bacino artificiale che rappresenta una preziosa riserva naturalistica.

Si potrebbe partire da via Donna Ida Fumagalli 23 per osservare Palazzo Bassi Brugnatelli, costruito nel 1630 su una dimora quattrocentesca preesistente. Alle sue spalle si estende un grande parco secolare con un giardino romantico e un roseto all’italiana. La residenza include anche una cappella privata dedicata a Santa Teresa D’Avila.

Lasciandoti il palazzo sulla destra, puoi percorrere fino in fondo via Donna Ida Fumagalli e poi svoltare a destra in via Indipendenza, così da raggiungere l’incrocio con via Giovanni Pizzagalli: a pochi passi trovi la Chiesa di Sant’Alessandro, esistente già nel tardo Duecento e poi ampliata nel Cinquecento.

Spostandoti in via Aldo Moro, invece, in corrispondenza dell’incrocio con via Villa ti imbatterai nel Santuario della Madonna del Pianto (o Oratorio della Beata Vergine del Pianto), edificato tra il 1670 e il 1671.

In località Sernovella, lungo via Milano, accanto al passaggio a livello sorge l’Oratorio di Sant’Enrico, costruito nella prima metà del secolo scorso per consentire a chi viveva nelle campagne del paese (ma anche di Verderio e Paderno d’Adda) di partecipare alle funzioni religiose.

Molto suggestiva è, di fianco al civico 7 di via Santa Maria Assunta, la cinquecentesca Cascina Ganzana, nota anche con il nome di Castello Ganzana: in effetti ha l’aspetto di una casa-fortezza.

 

Passeggiando lungo l’Adda hai la possibilità di ammirare la Diga di Robbiate, costruita negli anni ’10 del secolo scorso, a poche centinaia di metri di distanza dal Ponte di Paderno. Per costeggiare il fiume, devi imboccare via Alzaia Naviglio a Paderno d’Adda e poi proseguire (puoi lasciare l’auto nei parcheggi di via Edison a Paderno).

Puoi anche incamminarti lungo i sentieri del Monte Robbio, il punto più alto di tutto l’Ecomuseo Adda di Leonardo. Puoi lasciare la macchina direttamente in via Monte Robbio, e poi percorrere a piedi la strada che ti porta alla scalinata che trovi in corrispondenza della curva prima del civico 19.

Un’altra possibile escursione nei boschi della Brianza che puoi regalarti a Robbiate è quella del monte Montagnone, a cui puoi accedere da via Davanti al Montagnone. A breve distanza, c’è il suggestivo nucleo di Cascina Duraga.

 

Se ti domandi che cosa vedere a Paderno d’Adda puoi trovare una risposta nel Ponte San Michele, un ponte ad arco in ferro percorso sia dalle auto che dai treni. Il ponte collega il paese con Calusco d’Adda, sul versante bergamasco del fiume, ed è ritenuto uno dei simboli più importanti dell’archeologia industriale in Italia: poco tempo fa è stata avanzata dalle istituzioni la richiesta di inserirlo nell’elenco dei siti protetti dall’Unesco come patrimoni mondiali dell’umanità.

Il ponte di Paderno compare, tra l’altro, in uno dei numerosi film girati in Brianza “La poliziotta”, commedia di Steno con protagonisti Mariangela Melato e Renato Pozzetto.

Il ponte è costituito da un’unica campata in travi di ferro ed è lungo 266 metri. Il livello superiore ospita la strada carrabile, mentre quello inferiore accoglie i treni, che qui devono viaggiare a una velocità limitata a 30 chilometri orari. Se vuoi percorrerlo devi recarti in via Edison; per ammirarlo dal basso, invece, ti consiglio di imboccare via Alzaia Naviglio e camminare lungo l’Adda.

Proprio all’incrocio tra via Edison e via Alzaia Naviglio trovi la Chiesa di Sant’Elisabetta o della Visitazione, risalente al Settecento, conosciuta anche come “Chiesetta degli Alpini”: si pensa che in passato fosse un cimitero per i morti di peste (e ciò spiega la sua ubicazione in una zona decentrata rispetto al centro abitato).

Dietro la chiesetta c’è il Campanile degli Alpini di Paderno d’Adda, una struttura molto particolare con tralicci rossi e sette campane di dimensioni differenti. Alla base puoi notare un relitto di artiglieria donato dall’ex presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson.

Tornando indietro lungo via Edison, puoi svoltare a destra in via Pozzoni per raggiungere, in piazza della Chiesa, la Chiesa di Santa Maria Assunta: nota anche come Santa Maria Rossa, accoglie al proprio interno una cappella dedicata a San Giuseppe. La sua facciata è stata progettata da Carlo Amati, già progettista del parco del Castello Durini ad Alzate Brianza.

Lasciandoti la chiesa sulla sinistra, puoi imboccare via Pozzoni per addentrarti nel centro storico del paese: in via Manzoni, troverai sulla sinistra Villa Brugnatelli, al nr. 19, e sulla destra la Curt di Tacon, al civico 34.

Andando sempre dritto, all’incrocio tra via Manzoni e via Roma, ti imbatterai nella Chiesa di Santa Marta, con la sua statua di San Pietro sulla cima del campanile.

Proprio di fronte alla chiesa c’è via Cascina Maria: percorrendola fino in fondo puoi andare ad ammirare la bella Cascina Maria, datata agli ultimi anni del XIX secolo, che oggi ospita la Pro Loco.

Ritornando verso la Chiesa di Santa Marta, ti basta percorrere un breve tratto di via Roma per poi svoltare a destra in via XXV Aprile: qui al civico 14 sorge Villa Gnecchi Ruscone, appartenuta alla famiglia che fece realizzare la stessa Cascina Maria.

Tra le altre risposte al quesito “che cosa vedere a Paderno d’Adda?”, molte rimandano all’archeologia rurale in Lombardia: Cascina Chioso, Cascina Lazzarona, Cascina Assunta,

Per stare a contatto con la natura concediti una gita sul fiume Adda, magari partendo dall’incile del naviglio di Paderno, dove si trova la Chiesetta di Santa Maria Addolorata. L’edificio, noto anche come Oratorio di Sant’Ambrogio, un tempo accoglieva anche la Pietà con i Santi Ambrogio e Girolamo, opera lignea di fine Cinquecento di Giovanni Armando Della Torre che dopo essere stata restaurata è stata trasferita nella Chiesa di Santa Maria Assunta.

Accanto alla Chiesetta di Santa Maria Addolorata c’è, invece, la Casa del Guardiano della Diga.

Non dimenticare di osservare i Tre Corni dell’Adda, massi erratici che si ritiene abbiano ispirato il fondale del dipinto leonardesco della Vergine delle Rocce. In questo tratto, denominato Forra d’Adda, puoi notare un autentico canyon scavato nella roccia. Proprio a causa sua si decise di realizzare il naviglio di Paderno.

Poco oltre puoi visitare il Santuario della Madonna della Rocchetta, collocato tra il naviglio di Paderno e l’Adda. Edificato sopra un castrum romano, si trova in una posizione panoramica, su uno sperone roccioso, e risale alla seconda metà del Trecento.

Quest’ultimo fu portato a termine negli anni ’70 del XVIII secolo, e rese possibile la navigazione tra il lago di Como e Milano, collegandosi con il naviglio della Martesana.

Lungo il naviglio furono messi a punto sei castelli d’acqua: nel territorio di Paderno rientrano la Conchetta e la Conca Grande, grazie a cui le barche potevano aggirare il tratto di fiume più ostico prima di Porto d’Adda.

Oltre il ponte puoi notare, invece, le rapide dell’Adda: il fiume si abbassa di quasi 30 metri in meno di 2 chilometri. I fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci riportano numerosi disegni che riproducono proprio queste rapide.

 

Ti consiglio di iniziare da via Garibaldi: tra il civico 7 e il civico 9 ecco la settecentesca Villa Monzini, con scalone in pietra e cancellata liberty.

Lasciandoti la villa sulla destra percorri fino in fondo via Garibaldi: entrando nell’area pedonale, all’incrocio con via II Giugno, troverai la chiesa parrocchiale di Porto D’Adda. Sto parlando della Chiesa di San Giuseppe di piazza Don Ambrosiani, edificata negli anni ’30 del secolo scorso. Merita di essere visto l’interno, affrescato dal pittore Vanni Rossi nel periodo della Seconda Guerra Mondiale con episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Nella scena del Giudizio Universale, tra i dannati puoi riconoscere i volti di Hitler e Mussolini.

Di fronte alla chiesa inizia via Mazzini: percorrila fino alla curva a gomito a destra. Dopo la curva, il primo affascinante edificio sulla sinistra si chiama Villa Pia, ed è stato costruito nella prima metà del XX secolo.

Continuando lungo via Mazzini puoi imboccare via Monsignor Caccia Dominioni: vai fino in fondo e poi svolta a sinistra in via Volta, che è la strada che ti conduce fino alla Chiesa di San Giorgio Martire, in piazza XI Martiri. Questa è la chiesa parrocchiale cittadina: al suo interno possono essere ammirate una Incoronazione della Vergine di Federico Barocci e una Visitazione di Camillo Procaccini. Qui, inoltre, è ospitata la tomba del vescovo Caccia Dominioni.

Dalla piazza puoi imboccare via San Pietro, dove al civico 11 hai l’occasione di ammirare Villa Biffi Sormani, progettata dall’architetto Carlo Amati, autore della facciata del Duomo di Milano e della Villa Vittadini La Cazzola di Arcore.

Poco oltre, all’incrocio tra via San Pietro e via Dante, ecco la Curt de Sanat, edificio a corte chiusa: se hai la possibilità di accedervi, potrai notare il grande portico, il pozzo al centro della corte e gli archi a sesto ribassato che raccordano gli elementi verticali.

A questo punto ritorna indietro lungo via San Pietro per arrivare di fronte alla chiesa, dove inizia via Matteotti: percorrila per arrivare fino al civico 62, dove sorge il complesso di Villa Frova Barbieri, che comprende la Chiesa di San Gaetano da Thiene. L’edificio è circondato su tre lati da un parco recintato di stampo ottocentesco e impostazione romantica.

Pochi metri più in là, all’incrocio tra via Matteotti e via F.lli Cervi, lasciati stupire dalla splendida Cascina San Giuseppe, con le sue finestre di forma ogivale; al centro del cortile è presente un’edicola votiva che raffigura il santo.

Ritornato ancora una volta di fronte alla Chiesa di San Giorgio Martire, puoi imboccare via Donato Dossi: qui al numero 5 ti imbatterai nella settecentesca Villa Comi, un altro degli edifici che meritano di essere segnati nella tua agenda alla voce “che cosa vedere a Cornate d’Adda”. Rimarrai stupito dal grande arco di ingresso barocco che dà l’accesso a una corte nobile con porticato.

A questo punto potresti dirigerti verso Villa Paradiso, situata al civico 18 di via Villa Paradiso: fu costruita alla fine del Seicento dai Gesuiti, e accoglie una piccola chiesetta intitolata a Sant’Ignazio. Qui morì il vescovo Carlo Caccia Dominioni, cacciato da Milano dal clero locale e dal popolo e costretto all’esilio dopo essere stato accusato di sovversione e tradimento.

Proprio in località Villa Paradiso alla fine degli anni ’90 è stata eseguita una campagna di scavi archeologici che ha consentito il rinvenimento dei resti di una villa romana e di tombe longobarde del VII secolo: una vera e propria necropoli.

Lasciandoti la villa sulla sinistra, puoi percorrere la strada e trovare, nella prima via a sinistra, l’ingresso del Villa Paradiso Golf Club, una delle location più eleganti dove giocare a golf in Brianza: è in via Villa Paradiso 12. Se sei un giocatore alle prime armi, ti segnalo il percorso Executive di 9 buche par 3, utile anche per chi desidera allenarsi sul gioco corto.

A proposito: se ti interessa scoprire altri campi da golf in Brianza, puoi dare un’occhiata al post qui sotto.

Se vai oltre l’ingresso del Villa Paradiso Golf Club, invece, puoi girare a destra in via Guido Rossa; dopo poche decine di metri, la prima stradina sterrata sulla sinistra ti conduce alla Cascina dei Preti. Qui durante la Seconda Guerra Mondiale trovarono rifugio alcuni prigionieri serbi; i soldati nazi-fascisti, però, li scoprirono uccidendone uno e massacrando anche un inquilino della cascina, Luigi Porta, a cui è intitolata una strada in centro città.

Proseguendo lungo via Guido Rossa, arrivi a una rotonda: se giri a destra ti ritrovi in via Dante Alighieri, dove al civico 30 merita una sosta, Cascina Fugazza (che oggi accoglie un centro diurno per disabili) e il parco circostante.

Ritornando all’incrocio tra via Dante e via Guido Rossa, puoi proseguire lungo via Manzoni  e procedere fino al civico 32, di fianco al quale sorge la Chiesa della Beata Vergine Addolorata, risalente al 1850.

Continua a passeggiare in via Manzoni: al civico 2 merita di essere ammirata una delle dimore patrizie più antiche del territorio, Villa Sandroni, datata attorno alla metà de XVII secolo, che oggi accoglie i locali della biblioteca comunale.

Da qui puoi osservare la parte posteriore della cinquecentesca Chiesa di Sant’Alessandro: gira attorno all’edificio per ammirarne anche la facciata, che dà sulla piazza Sant’Alessandro.

Lasciandoti la facciata della chiesa sulla destra, ti basta percorrere pochi metri per incrociare sulla sinistra via Carotte: imboccala se vuoi osservare da vicino la Torre di Ca’ Rotte (di fronte al civico 8), una delle due torri del Cinquecento di Colnago (l’altra si trova in via Castello di fronte al civico 8). Realizzate in ciottoli di fiume con spigoli in mattoni di cotto, probabilmente all’epoca facevano parte di un sistema di fortificazioni di cui oggi non sono rimaste altre tracce.

Per incontrare alcuni degli scorci più affascinanti di tutta la Brianza basta percorrere il lungofiume. Per esempio il Santuario della Madonna della Rocchetta, un santuario agostiniano a cui puoi accedere salendo una scalinata situata tra la Conca Grande e la Conca delle Fontane. L’edificio risale al 1386, ed è una delle tappe del Cammino di Sant’Agostino. La chiesa in realtà si trova nel territorio di Paderno d’Adda, al confine con Cornate, ma fa parte della parrocchia di Porto d’Adda.

Lungo il fiume puoi ammirare, inoltre, le conche di navigazione separate dalle chiuse realizzate per il Naviglio di Paderno: si tratta di salti che consentono al canale artificiale di superare il dislivello naturale (di più di 30 metri) e oltrepassare le rapide dell’Adda.

Il primo dei salti prende il nome di Conchetta (ancora nel territorio di Paderno); poi ci sono la Conca Vecchia e la Conca delle Fontane. Questa fu realizzata per superare il tratto dell’Adda tra Paderno e Porto d’Adda, e comprende risorgive naturali che sgorgano dal terreno. Nei pressi della Conca delle Fontane trovi lo Stallazzo, punto di sosta che un tempo veniva sfruttato come stazione di ricovero dei cavalli.

Quindi è la volta della Conca Grande, nota anche come Conca Madre o Castello delle Acque: si chiama così perché costituisce il salto più alto di tutto il naviglio. Qui è presente l’edificio museale Conca Madre, dove puoi trovare pannelli informativi relativi alla storia del naviglio. Seguono la Conca di Mezzo e la vecchia Conca in Adda, prima della Conca Edison e della nuova Conca in Adda.

Proseguendo il tragitto lungo l’Alzaia dell’Adda trovi la centrale idroelettrica Angelo Bertini. Splendido esempio di archeologia industriale in Lombardia, ha iniziato a produrre corrente elettrica nel 1898, e ancora oggi è attiva: per questo è una delle centrali funzionanti più antiche di tutta Europa. La Conca Edison e la nuova Conca in Adda furono realizzate proprio in occasione della sua costruzione, per consentire alle acque in uscita dalle turbine di essere convogliate nel fiume.

Quando fu realizzata, la centrale Bertini era la più potente dell’intero continente, superata nel resto del mondo solo dalla centrale del Niagara. Accanto ad essa c’è un museo della Edison, che puoi visitare per scoprire la storia della società.

Dopo circa 500 metri incontrerai la centrale idroelettrica Carlo Esterle. Costruita per espandere la potenza garantita dalla centrale Bertini, rispetto a cui era (ed è) te volte più potente, ha l’aspetto di una villa di delizia lombarda, con capitelli e colonne all’ingresso e vetrate goticheggianti.

La centrale, tra l’altro, è stata la location del film “La poliziotta”  con protagonisti Renato Pozzetto e Mariangela Melato (premiata con il David di Donatello per la sua interpretazione). In questa commedia, però, la centrale è stata trasformata in un… biscottificio.

Per visitare le varie tappe dell’Ecomuseo Adda di Leonardo da Vinci puoi lasciare la macchina in via XXV Aprile.

Se passerete qualche ora a Trezzo d’Adda, vi diamo alcuni suggerimenti su cosa vedere.
Poche cittadine come questa sapranno, regalarvi in poco  tempo una escursione interessante immersi nella natura.
Iniziate con una colazione  tranquilla al bar “Al Lavatoio“:  sull’argine del fiume. Dalle vetrate di questo locale, che mescola uno stile antico con una cura moderna dei dettagli, potrete mangiare ammirando il cortile che affaccia sulle acque popolate da cigni e anatroccoli.
Lo sguardo non potrà evitare la maestosa Centrale idroelettrica Taccani, ora location di prestigiose mostre ed eventi. Da li potete partire per una una passeggiata lungo gli argini e arrivare fino alla zona dei pescatori.
In alternativa salite su un’imbarcazione che vi accompagnerà alla scoperta del corso d’acqua, lungo un itinerario di circa un’ora: se non avete mai ammirato il paesaggio lacustre prealpino della Lombardia, ne rimarrete estasiati.
Dalla collinetta invece si può raggiungere uno dei più importanti castelli della provincia,  il Castello Visconteo, di cui rimangono i resti delle mura e la torre. La fortezza fu più volte demolita durante le azioni belliche del passato, ma fortunatamente sempre ricostruita.
I più sportivi possono noleggiare una bicicletta e, addentrandosi nei sentieri ciclabili, passare per la Rocchetta e il traghetto di Leonardo, le chiuse Leonardesche e il Ponte di Paderno.
Le Foppe di Trezzo, sono state dichiarate oasi protetta dal WWF grazie alla biodiveristà custodita.

La straordinaria ricchezza di testimonianze storiche e artistiche di Vaprio d’Adda ha dell’incredibile. Luogo prescelto dalla nobiltà fin dai tempi più remoti, lambito dalle acque del fiume Adda e del Naviglio Martesana, meta di illustri artisti che in tutte le epoche vennero attratti dalla bellezza del paesaggio, Vaprio d’Adda è tutta da scoprire.

La Chiesa Parrocchiale di San Nicolò. Di stile neoclassico, edificata nel 1816-17 su progetto attribuito all’architetto Luigi Cagnola e dedicata a S. Nicolò, la chiesa parrocchiale è situata nel centro abitato di Vaprio in una piazza disegnata appositamente per accoglierla. La sua facciata, con il grande frontone, ricorda un tempio greco, con sei colonne e capitelli ionici ; l’interno a navata unica, mostra affreschi tardo-ottocenteschi; molto importante è anche la presenza del grande Organo Bernasconi  a 3600 canne, completamente  restaurato.

Chiesa di Sant’Antonio. Risalente al XVII secolo, divenne parte  integrante del complesso  della Villa appartenente  alla famiglia Paleni Falcò. I vari restauri subiti dalla chiesa nel corso del tempo, non ne hanno alterato l’interno, che conserva ancora uno stile barocco e una cripta funeraria della nobile famiglia di  origine spagnola. Fino al 1817 è stata sede parrocchiale del  paese.

La ex Chiesa di San Bernardino (resti). Il complesso denominato “ex Chiesa di San Bernardino” è formato dai resti di due edifici di culto ; oggi rimangono visibili solamente alcuni muri perimetrali . I resti, venuti alla luce nel settembre del 1985, sono stati attribuiti dagli archeologi a tre diversi periodi: all’epoca romana o tardo antica, a quella altomedievale o romanica e al periodo tardomedievale. Ulteriori scavi hanno portato alla luce nuove strutture, si pensa siano tombe appartenenti all’edificio religioso  di S. Bernardino.

Vaprio d’Adda divenne, ben presto, luogo di villeggiatura prescelto da famiglie nobili che qui decisero di costruire le loro ville suburbane, affascinate dallo spettacolare panorama del fiume Adda e del naviglio Martesana. Sorsero numerose ville di delizia che ancora oggi possiamo ammirare lungo la costa come villa Melzi, villa Visconti di Modrone, villa Monti Robecchi, villa Pizzi Guidoboni, villa Pizzagalli Alessandrini (che ha ospitato Anna Magnani), villa Sioli Guidoboni, villa Paleni Falcò, il palazzo Simonetta Archinto, oggi sede del Municipio, e villa Castelbarco. Unitamente alle numerose corti e alla Casa del Custode delle Acque, le ville arricchiscono il centro storico di testimonianze culturali e artistiche. Seguendo il corso del naviglio lungo la via Alzaia, un’altra testimonianza del passato cattura il nostro sguardo: l’antico lavatoio. Recentemente restaurato e in uso fino a metà Novecento, era il luogo dove le massaie si riunivano per fare il bucato.

Pur essendo un artista toscano, Leonardo da Vinci visse più di vent’anni in Lombardia, ospite di Ludovico il Moro tra 1482 e 1499 ;in quegli anni Leonardo trascorse diversi periodi a Vaprio d’Adda nella villa del duca palatino Gerolamo Melzi. Qui ebbe modo di conoscere il giovane Francesco che divenne suo allievo e amico fidato. A Vaprio d’Adda Leonardo condusse studi sul moto delle acque e sulla natura, osservando e ritraendo più volte   l’Adda e il naviglio Martesana. Uno di questi disegni, oggi conservato alla Royal Library di Windsor, ritrae il traghetto nel porto fluviale tra Canonica e Vaprio (Porto della Canonica di Vaprio, c.1511-13, RL12400).  Leonardo da Vinci lasciò un’ulteriore traccia del suo passaggio in Villa Melzi: qui è conservato l’affresco della Vergine con Bambino, probabilmente frutto di una collaborazione tra Leonardo e un suo allievo.

Villa Castelbarco è una splendida villa di delizia in prossimità del Naviglio Martesana, circondata da 75 ettari di parco, dove è ancora possibile scorgere cervi e daini in libertà. Sembra che fosse un antico monastero: i vari corpi di fabbrica sono disposti attorno al doppio cortile centrale adiacente alla Cappella Gentilizia settecentesca. La villa andò ad acquisire notorietà e prestigio, tanto che nel 1736 il parco risulta essere riserva di caccia per volere di Maria Teresa d’Austria e luogo di villeggiatura del duca Francesco II, governatore della Lombardia. Nel 1804 una ristrutturazione generale ampliò l’edificio realizzando la limonaia, creò le serre, edificò sulla spianata a lato del terrazzo due palazzine in stile impero adibite a museo e a teatro. Anche il parco di oltre 1200 pertiche venne rinnovato, con la creazione   di larghi viali fiancheggiati da statue, laghetti artificiali e tempietti nel gusto romantico dell’epoca.

Senza dubbio ciò che maggiormente affascina e stupisce della villa, sono i suoi splendidi sotterranei, realizzati tra il 1835 e il 1837 :si compongono di cinque sale a tema: la sala romana, la sala del mare, quella  rinascimentale o raffaellesca, la sala egizia e la sala etrusca, un oratorio e le grotte ipogee.

Attualmente la proprietà fa capo  a una società privata denominata “Centro Arte e Cultura del Barco”.

La storia della Casa del Custode delle Acque è legata strettamente a quella del naviglio Martesana, di cui divenne un punto di controllo per favorire la navigazione e il traffico di merci. Le prime notizie storiche sulla Casa si hanno a partire dal 1582, attestandone la costruzione durante il periodo della dominazione spagnola nel Ducato di Milano. Nel 1690 l’artista olandese Gaspar van Wittel si fermò a Vaprio d’Adda e ritrasse lo splendido panorama che dalla Casa del Custode delle Acque si ha del fiume Adda e del naviglio. Da questo primo disegno l’artista dipingerà, a partire dal 1717, le sette vedute di Vaprio d’Adda. Nel 1744 è Bernardo Bellotto che, sempre affacciandosi dalla Casa, realizzerà quattro vedute panoramiche. Anticamente conosciuta come Casa della Regia Camera di Vaprio, la Casa del Custode delle Acque è oggi sede della Galleria Interattiva “Leonardo in Adda” e ospita numerosi eventi culturali. All’interno della Casa del Custode è stata allestita una mostra permanente dedicata ai reperti della ex chiesa di San Bernardino e ad altri reperti archeologici a cura del Gruppo Archeologico Est Milanese.

Fin dal XVIII secolo, Vaprio d’Adda divenne un notevole polo industriale sul cui territorio si stabilirono diversi opifici e fabbriche, come il cotonificio Visconti di Modrone Velvis – in funzione ancora oggi e dal caratteristico aspetto medievale – e la cartiera Sottrici- Binda. Entrambi situati nei pressi dei corsi d’acqua, sono oggi due magnifici esempi di archeologia industriale.

La Chiesa di San Colombano risale agli inizi del XII secolo. Eretta, forse, su un tempio più antico, che la tradizione vorrebbe fondato dallo stesso San Colombano durante la sua permanenza in terra lombarda, attorno al 612.  Secondo un’attendibile ricostruzione documentale si presume fosse parte della pertinenza dell’Abbazia di Bobbio. Non lasciatevi ingannare dalla facciata spoglia e grigia; è un monumento medievale di assoluto interesse, sia sotto l’aspetto architettonico, sia sotto quello decorativo. Rivolta con l’abside a oriente e situata alla periferia del paese, sull’alta sponda dell’Adda, la chiesa appare quasi interamente rivestita da masselli di ceppo, la pietra locale, che le conferiscono un aspetto solido ed austero. L’interno, ad aula unica, è semplice e maestoso ad un tempo. Un grande arco trasversale caratterizza l’equilibrio spaziale della navata, dividendola in due parti nettamente separate. Particolarmente interessante è la zona absidale, preceduta da tre fornici: quello centrale si apre sul presbiterio, coperto a botte, mentre i due laterali, più stretti e bassi, danno su cappelle quadrangolari con volte a crociera.  E’ soprattutto l’apparato decorativo scultoreo a suscitare la nostra ammirazione, anche se la sua interpretazione, complessiva come dei singoli elementi, è tutt’altro che agevole. Al suo interno troviamo un affresco che raffigura San Colombano (ritenuta l’immagine più realistica in Italia). Un imponente restauro iniziato nell’ottobre 2017 ha interessato  sia l’esterno, con pulitura e consolidamento delle pareti e del tetto, sia l’interno, dove i lavori si sono concentrati sul presbiterio per quanto riguarda le decorazioni in pietra e gli affreschi. E’ terminato nel 2019 con la solenne riapertura il 6 ottobre alla presenza dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini.

Comune di Vaprio d’Adda: www.comune.vapriodadda.mi.it
Ecomuseo Adda di Leonardo: www.ecomuseoaddadileonardo.it
ProLoco Vaprio d’Adda: www.prolocovaprio.it
Parco Adda Nord: www.parcoaddanord.it